La ricetta qui riprodotta in foto (così come le prossime ricette) è tratta da UMBRI NEL MONDO, una rivista/giornale di 4 o più fogli che veniva inviata e distribuita gratuitamente a tutti gli umbri sparsi per il mondo. Il periodico - che riprendeva il nome dell'Associazione nata negli anni '70 - aveva una tiratura dichiarata di 12 000 copie.
La prima ricetta che pubblico è quella dei cappelletti (altrove li chiamano tortellini, ma sono diversa cosa) in brodo.
Piatto tipico del Natale che richiede tanta cura e tanta pazienza. I cappelletti in brodo vogliono dire Gubbio ovunque ci si trovi. È il legame con la terra avita.
Non solo gli eugubini di Gubbio, ma anche quelli trapiantati in Francia, a Villerupt e zone limitrofe, preparavano i cappelletti in brodo per il giorno di Natale. Il cibo, dopo la lingua, àncora l'emigrato/immigrato al paese lontano, lo fa sentire meno distante.
Il brodo è di carne, con aggiunta di gallina o di cappone e carote e sedano. La mamma non mette mortadella, solo prosciutto crudo di montagna.
Come si conservano le radici? Attraverso il cibo e la lingua. L'identità non è forse un elemento prioritario della vita di una persona, però di tanto in tanto si ha l'esigenza di chiedersi da dove veniamo per sapere eventualmente dove tornare o da dove ricominciare.
Scriveva un personaggio di Pavese:
Ancora oggi, a casa mia mangiamo tutti insieme i cappelletti, attorno alla tavola imbandita per il pranzo, il giorno di Natale.Come si conservano le radici? Attraverso il cibo e la lingua. L'identità non è forse un elemento prioritario della vita di una persona, però di tanto in tanto si ha l'esigenza di chiedersi da dove veniamo per sapere eventualmente dove tornare o da dove ricominciare.
Scriveva un personaggio di Pavese:
- Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti. (La Luna e i falò, cap. I)
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