Spesso gli scoop sono dovuti al caso. Dopo mesi passati a ipotizzare quante furono le edizioni della Festa dei Ceri a Villerupt, in Francia, negli anni '50, ecco che Massimo Bei (cui sono profondamente grata) scova nell'archivio diocesano di Gubbio, il seguente resoconto:
Si tratta di un articolo de LA VOCE datato 7 gennaio 1954, dal titolo Eugubini di Francia e Lussemburgo.
In esso si relaziona il viaggio intrapreso dall'articolista (il pezzo non è firmato, ma si può presumibilmente ritenere che sia stato scritto da un sacerdote, Don Quirico Rughi.
Quel che più conta però è il contenuto e l'attendibilità dello stesso. Ho più volte ricordato che gli eugubini ceraioli presenti a tale manifestazione confondono gli anni e/o il numero delle edizioni: son passati tantissimi anni, si fa fatica a ricordare con esattezza.
Invece qui c'è qualcuno (l'articolista stesso) che rievoca [ritengo perché raccontatogli (1)] una festa dei Ceri a Villerupt presso il campo sportivo. Lo scrive il 7 gennaio del 1954, quindi l'evento va ascritto al maggio 1953. Non vi può essere confusione.
Nel testo si legge quanto segue:
Nel mese di ottobre ho fatto un viaggio in Francia e
Lussemburgo per visitare gli Eugubini che sono in quei paesi a lavorare. Li ho
trovati tutti in buona salute e sempre allegri e mattacchioni. Nemmeno quel
clima, sempre grigio e nebbioso, è riuscito a spegnere in essi quella vivacità
di carattere e quella naturale allegria, che rende gli eububini così simpatici
a tutti. Essi sono molto ricercati e apprezzati, specialmente come muratori: ma
non pochi si sono dedicati al commericio o ad altre attività e alcuni si sono
formati un’ottima posizione.
Il mese più brutto è, per loro, il mese di maggio!
In quei giorni si ammalano tutti di nostalgia. Ma trovano anche il modo di
farla passare. Quest’anno si sono messi d’accordo quelli di Francia, del Belgio
e del Lussemburgo e hanno fatto la Festa dei Ceri. Un falegname ha preparato i
tre ceri: si son fatti prestare il campo sportivo di Villerupt, in Francia… e
hanno cercato di rifare alla meglio tutte le principali cerimonio di quel
giorno fatidico. Naturalmente erano assi numerosi i ceraioli in divisa. La
parte culminante è stata, manco a dirlo,
la corsa. Agli eugubini, si erano uniti anche tutti gli altri italiani di
lassù. A un certo punto, non si sa come, si è verificata una caduta generale.
Gli spettatori erano preoccupati, pensando che ne dovesse nascere una
scazzottata. Invece niente di tutto questo. Ridendo a crepapelle e lanciandosi
frizzi mordaci, si sono rialzati, poi si sono presi a braccetto, e contando (sic) «Fazzoletto puntato davanti» e «Chi è che ti imbarcò…»sono andati a fare una grossa bevuta.
Durante la mia permanenza ho avuto modo di studiare
«in loco» i loro principali problemi e mi riprometto di parlarne in una serie
di brevi articoli che seguiranno[2].
Ora abbiamo due date sicure: il 1953 e il 1956.
Per il momento è tutto qui.
[1] L'articolista dice di essersi recato a Villerupt nell'ottobre precedente, quindi non può aver personalmente assistito alla festa di maggio '53. Quindi glielo hanno raccontato.
[2] Trascrizione dell’intero articolo «Note di un
viaggio. Eugubini di Francia e Lussemburgo», La Voce del 7 gennaio 1954.