In genere, la prassi era questa: un parente, un amico o comunque un compaesano (il reclutamento avveniva spesso su base regionale) forniva al proprio datore di lavoro un nominativo. L'impresa o società avrebbe poi presentato richiesta individuale (lettre d'appel individuelle) al Ministero del Lavoro italiano.
Dopo che la società/ditta francese aveva inviato richiesta individuale con il nominativo del lavoratore al Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale (MLps), questo stesso inoltrava la richiesta all'ufficio del lavoro provinciale e/o al Centro di Emigrazione Regionale.
Dopo questo passaggio, il futuro emigrante poteva richiedere il passaporto per motivi di lavoro.
A questo punto, il lavoratore pronto a partire con tutta la documentazione in regola, riceveva un biglietto ferroviario di 3^ classe (per sé e - nel caso - per l'accompagnatore/accompagnatrice) per la tratta che partiva dalla sua città (Perugia) al Centro Nazionale di Emigrazione, a Milano.
Biglietto ferroviario dell'emigrante ARMANDO SPACCINI PERUGIA-MILANO 6 luglio 1955 (©Jacqueline Spaccini) |
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